Il cantiere

Il cantiere

…Era una afosa giornata di giugno, la data di consegna si avvicinava e i muratori erano stanchi per via dei lunghi turni, stressati dai continui richiami per velocizzare i lavori e nervosi per via del caldo torrido e per il poco tempo rimasto per concludere la ristrutturazione dell’immobile.
Lo spettacolo che mi godevo era estremamente eccitante: muratori accaldati (alcuni dei quali a petto nudo) pantaloni da lavoro strappati in più punti e sporchi di tinta rossa e scarpe antinfortunistica che correvano superaffacendati da una parte all’altra della casa. Fra i vari operai c’erano Antonio e Roberto. Loro (sulla 40ina, fisico normale, capello corto, pelo naturale, barba piena, ammogliati e figliati) stavano per terra, alle prese con il battiscopa, e io li guardavo e li pensavo nudi a sbocchinarsi poi limonare duro e poi riprendersi in bocca i cazzi duri e bagnati. Ahhh… Mi si bagnava la cappella al solo pensiero.
Mentre lavoravo li ho osservati un po’, e uno dei due, Antonio, ricambiava le lussuriose occhiate, ma purtroppo la situazione mi impediva di tentare un approccio.
Dopo aver svolto le mie mansioni, e rassegnato a spararmi una sega, sono andato via, ma solo una volta giunto in ufficio mi sono accorto di aver lasciato in cantiere alcuni documenti perciò sono dovuto tornare indietro.
Al mio arrivo, alle 18:45, erano andati via quasi tutti, ma fra i pochi rimasti c’era Antonio. Stava poggiato ad una piccola betoniera grigia e blu e mentre fumava mi sorrideva. Con la scusa dei documenti mi sono avvicinato e abbiamo iniziato a parlare del più del meno e dei lavori.
Quando siamo rimasti soli, senza tante menate e giri di parole, mi ha fatto notare che mi aveva visto perfettamente mentre gli guardavo il culo, io ho preso la palla al balzo e mi sono complimentato con lui per l’invogliante lato B e ho rilanciato dicendo che senza pantaloni e mutande avrei potuto vederlo molto meglio. Ha riso di gusto per la battuta provocatoria, ed è così iniziato uno scambio di battute “sporche” degne dei peggiori bar di Caracas e molto arrapante che è poco dopo culminato con una limonata fantastica mentre le nostre mani esploravano i nostri corpi caldi e eccitati.
La limonata conoscitiva dietro la betoniera era solo l’antipasto di una cena con diverse portate…
Ci siamo spostati dentro e abbiamo iniziato a spogliarci vicendevolmente e leccarci il collo, petto, capezzoli mentre le mani si insinuavano dentro i pantaloni e boxer e menavano i cazzi già duri. Dopo pochi minuti eravamo nudi: lui faccia contro il muro e io dietro, gli facevo sentire il mio cazzo duro e bagnato sul culo e gli leccavo collo e schiena, un secondo dopo le posizioni si sono invertite ed lui a farmi sentire la sua eccitazione, poi ci siamo adagiati sopra l’isola della cucina immacolata e abbiamo iniziato a succhiarcelo (prima uno all’altro e poi un 69 magnifico, poi abbiamo cambiato nuovamente posizione e io gliel’ho ripreso in bocca mentre iniziavo a prepara il suo fantastico culo con le dita: prima una, poi ci ho sputato sopra e ne ho messo due e poi tre e lui godeva sempre di più…)
Quando i suoi gemiti si sono fatti intensi e il suo buco aveva fatto un po’ di rodaggio, l’ho fatto piegare sulla cucina e ho iniziato a scoparlo, da prima lentamente lasciando che il suo culo si adattasse al mio grosso cazzo e poi ci sono andato sempre più duro. La mia minchia durissima entrava fino ai coglioni e non la tiravo mai fuori del tutto, la sua mano stringeva la mia e i suoi gemiti maschili e intensi si facevano sempre più forti e quando ho intuito che stava per venire ho tirato fuori il mio cazzo dal suo caldo culo, mi sono inginocchiato, ho preso in bocca la sua bagnatissima minchia e ho iniziato a pomparlo finché non mi ha riempito di sborra e successivamente abbiamo limonato duro.
Dopo quella scopata ero eccitatissimo e poco dopo è toccato a me rompergli la bocca e ovviamente baciarlo avidamente mentre la nostra sborra colava bianca e densa sui corpi caldi, sudati e soddisfatti……

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